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Prestazioni familiari
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L’assegno parentale (Elterngeld) fornisce sostegno ai genitori che dopo la nascita non lavorano o lavorano meno per accudire il figlio. Questo sostegno spetta alle madri e ai padri. Chi percepisce questa prestazione può lavorare fino a un massimo di 30 ore alla settimana. È possibile inoltre non svolgere alcuna attività lavorativa. Per percepire l’assegno parentale non è necessario interrompere gli studi universitari o la formazione professionale.
Si può fare richiesta singolarmente o assieme all’altro genitore. Vi sono tre tipi di assegno parentale: assegno di base, assegno plus e bonus coppia.
L’assegno parentale di base è corrisposto per un periodo minimo di due mesi fino a un massimo di 12 mesi di età del bambino. Se l’assegno parentale è corrisposto a entrambi i genitori, assieme è possibile percepire 14 mensilità. Tali mensilità possono essere ripartite liberamente fra i genitori. L’assegno parentale di base può essere percepito congiuntamente, successivamente o a turno. Le due mensilità aggiuntive vengono corrisposte anche alle famiglie monoparentali. L’assegno parentale di base varia dai 300 ai 1.800 euro mensili, a seconda del reddito percepito prima della nascita del figlio. Generalmente è pari al 65 percento del mancato reddito netto.
I genitori con un reddito basso raggiungono il 100 percento del loro reddito netto. Se quando si percepisce l’assegno parentale si svolge una attività lavorativa part-time, questo incide sull’ammontare dell’assegno parentale. Viene considerato il reddito dopo la nascita. Se prima della nascita non si percepiva alcun reddito, è possibile ricevere l’importo minimo. Alle famiglie con molti bambini piccoli o in caso di parto gemellare, possono venire erogati importi maggiori.
Un esempio: una madre percepisce l’assegno parentale di base dal 1° all’8° mese di vita del figlio. Poi, il padre percepisce l’assegno parentale di base dal 9° al 14° mese di età. Assieme i genitori hanno utilizzato così pienamente il loro diritto a 14 mensilità di assegno familiare di base.
Con l’assegno parentale plus è possibile prolungare il periodo di erogazione. È possibile beneficiare dell’assegno parentale plus per il doppio di tempo rispetto all’assegno parentale di base. Se dopo la nascita non si svolge un’attività lavorativa, l’assegno parentale plus è pari alla metà dell’assegno parentale di base. Se dopo la nascita il genitore svolge un’attività lavorativa part-time, l’assegno parentale plus può essere pari all’assegno parentale di base con il part-time. In tal caso può veramente valer la pena ricorrere all’assegno parentale plus, poiché ha un ammontare uguale o quasi uguale all’assegno parentale di base, ma può essere corrisposto per una durata maggiore.
Così è possibile raggiungere un importo maggiore. L’assegno parentale plus varia dai 150 ai 900 euro al mese, L’assegno parentale di base e l’assegno parentale plus sono liberamente combinabili. I genitori che gestiscono in modo condiviso famiglia e lavoro, possono ricevere il bonus coppia. Si tratta di quattro mensilità aggiuntive dell’assegno parentale plus corrisposte qualora entrambi i genitori lavorino part-time contemporaneamente. Nelle famiglie monoparentali è sufficiente che soddisfi i requisiti solo il genitore in questione.
È possibile ricevere il bonus coppia in qualsiasi momento: prima, fra o dopo l’erogazione dell’assegno parentale di base e dell’assegno parentale plus. Ad esempio: la madre riceve l’assegno parentale di base durante i primi quattro mesi di vita del figlio, il padre nel 5° e 6° mese. Entrambi i genitori percepiscono l’assegno parentale plus dal 7° al 14° mese. Dal 15° al 18° mese di vita lavorano entrambi dalle 25 alle 30 ore settimanali e percepiscono il bonus coppia.
Per calcolare a titolo informativo l’eventuale ammontare dell’assegno parentale, si può utilizzare il calcolatore online. Il calcolatore dell’assegno parentale e ulteriori informazioni sono riportate al sito Familienportal. La domanda per l’assegno parentale può essere presentata per iscritto all’Ufficio competente (Elterngeldstelle). Con l’aiuto dell’assistente gratuito “ElternDigital” è già possibile – a seconda del Land federale di residenza – compilare la domanda per l’assegno parentale anche elettronicamente al sito www.elterngeld-digital.de e trasmetterla direttamente.
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Gli assegni familiari (Kindergeld) sono corrisposti, indipendentemente dal reddito, a tutti i nuclei familiari e in linea di principio per tutti i figli fino ai 18 anni. Se il figlio è disoccupato, gli assegni sono versati fino ai 21 anni. Se il figlio frequenta un corso di formazione, gli assegni vengono corrisposti fino ai 25 anni.
La domanda deve essere presentata per iscritto. Di regola l’ufficio competente è la Cassa per la Famiglia (Familienkasse) dell’Agenzia Federale per il Lavoro (Bundesagentur für Arbeit).
Gli assegni familiari ammontano a 219 euro rispettivamente per il primo e per il secondo figlio, a 225 euro per il terzo e a 250 euro a partire dal quarto figlio. A determinate condizioni, gli assegni familiari vengono corrisposti anche per i figli con la cittadinanza straniera.
Ulteriori informazioni più dettagliate su singole prestazioni e sussidi sono riportate sul sito internet del Ministero Federale della Famiglia e sul Portale per le Famiglie. È possibile utilizzare anche la funzione ”Infotool” del Ministero Federale della Famiglia con cui, inserendo pochi dati, è possibile scoprire a quali prestazioni familiari si potrebbe avere diritto.
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L’indennità integrativa per i figli a carico la percepiscono igenitori che hanno redditi sufficienti per provvedere a se stessi, mache non sono in grado di provvedere, o lo sono solo scarsamente, alle esigenze dell’intera famiglia. L’indennità integrativa ammonta a un massimo di 205 euro mensili per figlio. L’indennità viene corrisposta per ogni figlio non coniugato, di età inferiore ai 25 anni e alle seguenti condizioni: Si percepiscono gli assegni familiari per tale figlio. Inoltre, il reddito non deve essere inferiore a una determinata soglia minima. La soglia minima ammonta a 900 euro lordi per coppie e a 600 euro lordi per famiglie monoparentali.
Dall’1 gennaio 2020 decade il tetto massimo fino allora vigente, sarà quindi possibile percepire l’indennità integrativa anche avendo un reddito leggermente superiore. Da tale data sarà, inoltre, possibile percepire questa indennità integrativa anche se, sommando reddito, indennità integrativa e indennità di alloggio, mancano al massimo 100 euro al limite per le prestazioni del Libro II del Codice Sociale (SGB II).
Il reddito dei figli, per esempio assegno di mantenimento o anticipo assegno mantenimento, dall’1 luglio 2019, per il calcolo dell’indennità integrativa, viene considerato solo nella misura del 45 per cento. Possono fare quindi richiesta anche le famiglie monoparentali e con un reddito basso. È possibile, in aggiunta, percepire prestazioni finalizzate all’istruzione e alla partecipazione. Ad esempio fruizione gratuita dei pasti a scuola, alla materna o al nido e concessione di un kit di materiale scolastico di 154,50 euro. Inoltre, i beneficiari dell’indennità integrativa per figli a carico o dell’indennità di alloggio sono esentati dal pagamento della retta per il nido o la scuola materna.
L’indennità integrativa va richiesta per iscritto presso la “Cassa per la Famiglia” (Familienkasse) dell’Agenzia Federale del Lavoro (Bundesagentur für Arbeit). Dall’inizio del 2020, i moduli di richiesta possono anche essere compilati online. È possibile verificare l’eventuale diritto all’indennità integrativa per figli a carico con la funzione “KiZ-Lotsen” della Cassa per la Famiglia.
Ulteriori informazioni più dettagliate su singole prestazioni e sussidi sono riportate anche sul Portale per le Famiglie del Ministero Federale della Famiglia. È possibile utilizzare anche la funzione “Infotool” del Ministero Federale della Famiglia, con cui, inserendo pochi dati, è possibile scoprire a quali prestazioni familiari si potrebbe avere diritto.
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Jasmin aspetta un figlio – un piccolo miracolo. La gravidanza, il parto e i primi mesi di vita di Paul sono una fase molto speciale nella loro vita. In questo periodo Jasmin e il suo bambino hanno bisogno di particolare protezione, la tutela della maternità che protegge la salute di Paul e Jasmin durante la gravidanza e l’allattamento. Inoltre consente a Jasmin di poter continuare a lavorare prima e dopo i periodi di congedo ordinario di maternità e disciplina la tutela contro il licenziamento. Garantisce, inoltre, il reddito nel periodo in cui Jasmin non può lavorare. Anche chi frequenta la scuola o l’università e chi presta un anno di volontariato ha diritto alla tutela della maternità.
Soprattutto nei primi tre mesi di gravidanza, si possono presentare rischi per le gestanti e per il nascituro. Quanto prima Jasmin informa il suo datore di lavoro della gravidanza, tanto prima egli sarà in grado di garantire un’efficace tutela della maternità. Il datore il lavoro deve evitare situazioni, sostanze o oggetti pericolosi per la sua salute o quella di Paul. Fin dall’inizio deve pertanto poter individuare i pericoli svolgendo una valutazione dei rischi.
In un colloquio diretto Jasmin e il suo datore di lavoro possono adeguare le condizioni di lavoro alle sue esigenze legate alla gravidanza. Questo colloquio è un diritto di Jasmin. Se per motivi di salute, Jasmin non può svolgere determinate attività, il medico può rilasciarle un certificato che lo attesta. Prima che venga emesso un divieto di lavoro, il datore di lavoro di Jasmin deve verificare se è possibile adeguare le condizioni di lavoro alle esigenze legate alla tutela della maternità. In alternativa Jasmin può continuare a svolgere la sua attività da un’altra postazione di lavoro.
Ulteriori domande in merito alla tutela della maternità possono essere rivolte anche al Servizio ispezione competente per l’azienda in questione. Se il datore di lavoro, pur adottando misure precauzionali, non può eliminare i rischi per la salute di Jasmin e Paul, Jasmin non può continuare a lavorare. Quest’interdizione deve essere limitata alla misura necessaria per la tutela della salute di Jasmin e Paul. Il divieto a prestare l’attività lavorativa può limitarsi anche a particolari mansioni o orari di lavoro.
Sei settimane prima della data presunta del parto inizia il congedo ordinario di maternità durante il quale Jasmin non può più lavorare. La data del parto viene calcolata dal medico o dall’ostetrica/o. Se il piccolo Paul nasce prima del previsto, il congedo di maternità post-parto si prolunga del numero di giorni non goduti prima del parto. Poiché Jasmin è coperta dall’assicurazione sanitaria pubblica, durante il congedo di maternità percepisce l’indennità di maternità e una prestazione integrativa del datore di lavoro. Queste due prestazioni assieme normalmente sono pari all’importo medio del reddito degli ultimi tre mesi prima del parto. Tuttavia Jasmin, se lo desidera, ha la possibilità di continuare a lavorare durante il congedo di maternità prima del parto.
Dopo il parto il congedo di maternità è di 8 settimane. In questo periodo Jasmin non può assolutamente lavorare. In casi particolari, ad esempio per parti plurigemellari o prematuri, il congedo di maternità ammonta a 12 settimane. Anche durante questo periodo vengono erogate l’indennità di maternità e
la prestazione integrativa del datore di lavoro. In caso di nascita di un bambino disabile, il periodo di congedo post-parto può essere esteso fino a 12 settimane, previa richiesta da parte della madre. Nel regime di assicurazione sanitaria pubblica, Jasmin ha diritto all’aiuto di un’ostetrica. Dopo i periodi di congedo di maternità, può usufruire dell’assegno parentale e del congedo parentale.Anche dopo il suo rientro in azienda, la postazione di lavoro di Jasmin deve essere conforme alle esigenze della tutela della maternità. Durante il periodo di allattamento il datore di lavoro deve far sì che le condizioni di lavoro non pregiudichino la salute di Jasmin e di Paul. Se questo non è possibile, Jasmin non può lavorare e percepisce la retribuzione di tutela della maternità. Fino al compimento del primo anno di età di Paul, Jasmin ha, inoltre, diritto a permessi retribuiti per poter allattare Paul. Ulteriori informazioni utili sono riportate nell’opuscolo Manuale per la tutela della maternità (Leitfaden zum Mutterschutz).
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L’anticipo assegno mantenimento (Unterhaltsvorschuss) viene corrisposto se il figlio non riceve il pagamento degli alimenti. Tale prestazione viene erogata al massimo fino al compimento del 18° anno di età. Per i figli fino ai 5 anni ammonta a 174 euro mensili, per i figli dai 6 agli 11 anni a 232 euro mensili. Il reddito del genitore che accudisce i figli da solo non è rilevante.
I figli dai 12 ai 17 anni hanno diritto all’anticipo assegno mantenimento se non dipendono dalle prestazioni ai sensi del Libro II del Codice Sociale o se il genitore che li accudisce da solo guadagna almeno 600 euro lordi mentre riceve prestazioni ai sensi del Libro II del Codice Sociale.
In tal caso vengono corrisposti 309 euro di anticipo assegno mantenimento. L’anticipo assegno mantenimento va richiesto per iscritto, di regola presso il competente Ufficio per i Minori (Jugendamt). A particolari condizioni l’anticipo assegno mantenimento viene riconosciuto anche a figli con la cittadinanza straniera.
Ulteriori informazioni più dettagliate su singole prestazioni e sussidi sono riportate sul sito internet del Ministero Federale della Famiglia e sul Portale per le Famiglie. È possibile utilizzare anche la funzione "Infotool" del Ministero Federale della Famiglia con cui, inserendo pochi dati, è possibile scoprire a quali prestazioni familiari si potrebbe avere diritto.
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L’esenzione fiscale (Freibeträge für Kinder) del minimo vitale di un figlio è garantita dal pagamento degli assegni familiari ovvero dalle detrazioni fiscali. Le detrazioni fiscali spettano incondizionatamente fino al compimento del 18° anno di età a tutti i genitori. Dopo il compimento del 18° anno di età tali detrazioni, a determinati presupposti,vengono concesse fino al 25° anno di età – ad esempio se il figlio frequenta un corso di formazione professionale.
La detrazione fiscale ammonta
- a 4.980 euro per il 2019,
- a 5.172 euro per il 2010 e
- a 5.460 euro per il 2021.
La detrazione fiscale spetta nella misura del 50% a entrambi i genitori. Un genitore che accudisce da solo il figlio ha diritto, a determinate condizioni, all’intero importo della detrazione fiscale. Vi sono inoltre importi esentasse destinati all’assistenza, all’istruzione o alla formazione dei figli pari a complessivamente 2.928 euro all’anno. Anche questa esenzione spetta di regola a entrambi i genitori al 50%. Chi accudisce da solo un minore, può, su richiesta, farsi trasferire la quota dell’altro genitore.
Sulla concessione delle detrazioni per i figli decide l’Ufficio delle imposte (Finanzamt). Al momento dell’accertamento dell’imposta sul reddito, l’Ufficio delle imposte (Finanzamt) effettua una verifica di maggior convenienza. Se gli assegni familiari non raggiungono l’effetto fiscale delle detrazioni per i figli, queste vengono dedotte dal reddito,tenendo conto degli assegni
familiari già percepiti.Ulteriori informazioni più dettagliate su singole prestazioni e sussidi sono riportate sul sito internet del Ministero Federale della Famiglia e sul Portale per le Famiglie. È possibile utilizzare anche la funzione ”Infotool” del Ministero Federale della Famiglia con cui, inserendo pochi dati, è possibile scoprire a quali prestazioni familiari si potrebbe avere diritto.